nimésse


Nimésse - AV - RM - 24 anni - www.myspace.com/nimesse

Partendo dal presupposto che "nella vita, come nell'arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettante efficace del silenzio" (Ludwig Wittgenstein), io mi propongo oggi, con molta modestia, di parlarvi di un altro giovane artista che ho avuto modo di conoscere da poco ma che con le sue opere è riuscito ad inchiodarmi allo schermo. Preciso prima di cominciare che non ho, purtroppo, avuto il piacere di vedere quest'opera di persona, non ho potuto assaporarne l'odore (una parte per il tutto) nè provare l'impatto emotivo che offre alla vista, e ciò mi duole. Osservando la foto è possibile scorgere, alla base di tutto, due colori primari: il blu ed il rosso. Il blu è "come" soppiantato dalla prepotenza espressiva del collega, funge da bordo niente affatto omogeneo ma si lascia notare emergendo da ogni spazio vuoto senza passare in secondo piano. La percentuale maggiore di colore è d'un rosso rubino che a sua volta incornicia del giallo cadmio scuro tendente all'arancio o forse al marrone. Nel mezzo il dripping sembra formare una gabbia a causa delle diverse direzioni e posizioni che quel metodo permette di sfruttare. Evidente il richiamo all'action painting di Pollock, ma con risultati nuovi, riesco a sentir respirare l'opera, scorgo maggiori piani di colore che si equilibriano alle sgocciolature centrali e riesco a percepire "un'energia onirica che esplode a partire dalla materia pittorica" di cui quest'artista ha voluto rendermi partecipe. L'artista mi ha parlato di quest'opera come del martirio d'un corpo, come tagli sulla pelle d'un mortale. Utilizza infatti dei materiali che svolgono determinate funzioni, come la tempera, che calda sale verso l'alto, e lo spray che rigetta il tutto verso il basso come per sottometterlo. Sicuramente si scorge violenza, ma insieme raziocizio e coscienza pratica. Quest'opera nasconde più particolari di quanto l'occhio umano possa ricognizzare! Vi lascio con una frase di Degas: "Ognuno vede quello che vuole vedere. E' sbagliato, e questo sbaglio è alla base dell'arte."

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